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Il Chianti Classico in corsa per il riconoscimento Unesco

Il sistema delle ville-fattoria nel Chianti Classico è stato iscritto ufficialmente nella Lista propositiva italiana ai siti candidati a Patrimonio dell’Umanità.

La candidatura sarà esaminata dal Comitato del Patrimonio Mondiale e i suoi esperti, ma si tratterebbe del primo importante passo nel percorso per raggiungere il riconoscimento universale Unesco.

La proposta è stata avanzata dalla Regione Toscana, ma ideata e curata dalla Fondazione per la Tutela del territorio del Chianti Classico E.t.s, presieduta da Tessa Capponi Borawska, con unanime condivisione di tutte le Amministrazioni comunali del territorio.

Lo studio, spiega una nota, ripreso nel 2019 sotto la guida della responsabile scientifica Paola Eugenia Falini, si basa non solo sulla conoscenza approfondita dell’ampia letteratura di settore, ma anche su numerose e specifiche osservazioni sul campo, che hanno messo in luce i caratteri di unicità che identificano il territorio del Chianti Classico in maniera inequivocabilmente distintiva.

“Un passaggio molto atteso di cui sono felice, risultato di un impegno attento e scrupoloso” commenta il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.

“Il Chianti Classico, una delle immagini iconiche della Toscana nel mondo, rappresenta di per sé un valore cultarale per la nostra regione e del nostro Paese, e con l’iscrizione al patrimonio Unesco potrà esaltare a pieno titolo il suo ruolo” conclude Giani.

“La Fondazione ha organizzato scrupolosamente e con rigore scientifico tutta l’analisi preliminare alla presentazione della richiesta formale di inserimento nella lista propositiva italiana. È con grande entusiasmo che adesso proseguiremo i lavori per la presentazione del dossier finalizzato all’ottenimento dell’ambito riconoscimento a patrimonio dell’Umanità” afferma Tessa Capponi Borawska.

Foto | Unsplash @AleksandrsKarevs

I territori del Chianti Classico

Le capitali del Chianti sono le città di Firenze e Siena e le sue terre si estendono a cavallo tra le due province: circa 70mila ettari che comprendono per intero i comuni di Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, Radda in Chianti e in parte quelli di Barberino Tavarnelle, Castelnuovo Berardenga, Poggibonsi e San Casciano in Val di Pesa.

Per lo più coperto da boschi di querce, castagni, pini e cipressi, il Chianti è un altipiano con altitudini che oscillano tra i 200 e gli 800 metri, dove l’altitudine massima per la coltivazione di uva da vino Chianti Classico è di 700 metri s.l.m.

Il clima è continentale con discrete escursioni termiche, caratterizzato da temperature anche molto basse in invernoal di sotto dei 4-5 gradi, – ed estati siccitose e roventi, durante le quando non di rado si superano i 35 gradi.

Le tipologie dei terreni cambiano notevolmente a seconda delle zone. Non è possibile ricondurre a una suddivisione strettamente comunale i vari tipi di suolo che caratterizzano il Chianti.

Tuttavia, si può ugualmente asserire che il terreno di matrice galestrica è diffuso nell’area di San Casciano in Val di Pesa, il suolo argillo-calcareo caratterizza il territorio di Greve in Chianti e tutte le zone di minore altitudine, il macigno costituito principalmente da rocce di arenaria accompagna la dorsale dei Monti del Chianti, l’alberese è presente in misura predominante nella parte centro-meridionale del territorio e il tufo contraddistingue gran parte del territorio di Castelnuovo Berardenga.

I rilievi con forte presenza di arenarie appaiono severi e scoscesi, quelli calcarei hanno forme più rotonde e morbide, mentre ancor più dolci sono le colline con prevalenza di argilla.

Un dato comune a quasi tutta la zona di produzione del Chianti Classico è, comunque, la ricca presenza di scheletro, ovvero di ciottoli o sassi in particolare di galestro.

Foto | Wikimedia Commons @Adbar

Il Consorzio Vino Chianti Classico

Il Consorzio Vino Chianti Classico rappresenta centinaia di etichette unite dall’inconfondibile marchio del Gallo Nero e da un disciplinare che ne impone la produzione con un uvaggio minimo di Sangiovese dell’80%.

La storia del suo terroir, le sue caratteristiche pedoclimatiche, la passione e l’arte dei nostri produttori, custodi da generazioni di questo immenso patrimonio, contribuiscono a rendere il Chianti Classico come delle migliori espressioni del made in Italy, l’unico e inimitabile vino del cuore della Toscana.

Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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