Approfondimento

7 modi per stappare una bottiglia di vino senza cavatappi

Hai invitato degli ospiti, la cena è quasi pronta ed è il momento di stappare una buona bottiglia di vino, ma il cavatappi è scomparso. Non andare nel panico, ci sono tanti modi alternativi per stappare la bottiglia senza il cavatappi, e magari facendo un figurone con i tuoi amici. Ecco 7 trucchi!

Foto | unsplash
@Ira Pavlyukovich

La chiave

Per stappare il vino si può usare una comune chiave seghettata, che va inserita all’interno del tappo. Attenzione però a non introdurla perpendicolarmente: deve essere inclinata. Quando la chiave è inserita all’interno del tappo di sughero per metà o per i 2/3 della sua lunghezza, ruota la chiave. Il tappo ruoterà assieme a questa verso l’alto e quindi sarà facile estrarlo, proprio come se fosse un cavatappi.

I chiodi

Per questa tecnica prendi tre o quattro chiodi. Questi vanno inseriti nel tappo con l’aiuto di un martello, formando una triangolo o un rettangolo, facendo attenzione a non forzare troppo altrimenti si rischia di rompere la bottiglia. Poi bisogna tirare i chiodi assieme al tappo con l’aiuto di un martello da carpentiere o di una pinza.

Se non hai a disposizione uno di questi oggetti, il tappo può essere rimosso anche a mano con l’aiuto di due chiodi, ma è sempre bene indossare un guanto da lavoro per evitare di ferirsi. In questo caso bisogna inserire i due chiodi diagonalmente, uno a sinistra ed uno a destra, e premere fino a quando raggiungono l’altro capo del tappo. Quindi afferrare i chiodi e ruotare in un senso. Il tappo si “sviterà” insieme ai chiodi.

La vite

Per quest’altro metodo tutto ciò l’occorrente è una vite filettata, un cacciavite, una pinza oppure una forchetta. Si posiziona verticalmente la vite al centro del tappo e la si avvita con il cacciavite per il 90% della sua lunghezza. A questo punto bisogna afferrare l’estremità della vite con una pinza e tirare verso l’altro oppure, inserire la vite tra i rebbi di una forchetta e fare leva per tirare verso l’altro il tappo.

L’accendino

Sarebbe meglio usare l’accendino da cucina per evitare di bruciarsi. Scalda il collo della bottiglia con la fiamma dell’accendino per circa un minuto. Così l’aria che si trova all’interno della bottiglia si scalda ed espandendosi spinge il tappo verso l’esterno. Questo metodo funziona meglio se la bottiglia ha un tappo di sughero naturale o pressato. Un tappo in materiale sintetico può deformarsi con grandi sbalzi di temperatura, come nel caso dell’accendino, e può quindi essere più difficile da rimuovere dal collo della bottiglia.

Volendo si potrebbe usare anche la piastra per capelli, dopo averla scaldata fino alla temperatura di 180 °C, quindi le piastre vanno posizionate sul collo della bottiglia e girate ogni tanto.

La scarpa

Occorre avvolgere la bottiglia in un canovaccio e infilarla in una scarpa in modo che il fondo della bottiglia si trovi all’altezza del tacco della scarpa. Tenendo il collo della bottiglia con una mano e la scarpa con l’altra mano, si deve colpire il muro con il tacco della scarpa in modo leggero ma deciso. Ad ogni colpo il tappo della bottiglia uscirà sempre di più dal collo di quest’ultima. Proseguire a dare colpi fino a quando il tappo non sarà fuoriuscito a sufficienza per essere afferrato con le dita.

Foto | unsplash
@Lefteris kallergis

Il cucchiaio

Utilizzare questo metodo può cambiare significativamente il gusto del vino. Ad ogni modo, bisogna prendere un normale cucchiaio o un cucchiaio di legno e premerlo con forza al centro del tappo, dalla parte del manico. Il tappo verrà spinto all’interno della bottiglia, galleggiando sul vino, e il vino si potrà comunque servire facilmente.

La pompa da bicicletta

Ciò che occorre è una pompa da bicicletta che sia dotata di un ago per gonfiare. Inserire l’ago della pompa nel tappo fino a trapassarlo e pompare l’aria. A causa della pressione crescente all’interno della bottiglia, il tappo salterà improvvisamente.

Blu Di Marco

Sono laureanda in Lettere moderne presso l’Università Statale di Milano. Appassionata di libri da quando ero in pancia, potrei dire di vivere in una casa di carta. Dal 2021 sono editor e autrice anche per Giovani Reporter

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