Il vino

Vitigni aromatici, semi-aromatici e neutri: significato e differenze

I vitigni non sono tutti uguali e un naso allenato può facilmente distinguere fra tre categorie ben specifiche: aromatici, semi-aromatici e neutri. L’olfatto gioca un ruolo essenziale in questa suddivisione, basata proprio sui profumi dell’uva, anche noti agli esperti come aromi primari o varietali. Possono essere percepiti annusando il frutto o, ancora meglio, mangiandolo. Sono presenti anche in seguito alla vinificazione e si distinguono sia dagli aromi secondari, generati con la fermentazione alcolica, sia da quelli terziari, che si formano con la maturazione del vino.

Vitigno di Moscato – Photo by Nonnoant licensed under CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/)

I vitigni aromatici

Come spiegato dal blog di Wineshop, i vitigni aromatici sono quelli nei quali crescono le uve maggiormente capaci di trasmettere al vino gli aromi primari. Il tutto è reso possibile dalla presenza di composti aromatici noti come terpeni, presenti negli acini in grandi quantità. Naturalmente i vini prodotti usando uve cresciute in vitigni aromatici contengono anche aromi secondari e terziari, che sono però meno predominanti rispetto a quelli varietali.

Tra i vitigni aromatici italiani più importanti ci sono il Moscato, il Brachetto, il Gewürztraminer e alcuni della famiglia delle Malvasie. Quest’ultimi si differenziano per i sentori di arancio e limone, frutta candita e fiori di acacia e lavanda. Nei vitigni di Moscato, invece, si possono respirare a pieni polmoni profumi di fiori d’arancio, mandarino, rosa e “muschio”. I sentori di rosa sono tipici anche dei luoghi in cui si coltiva il Brachetto e si uniscono a note di frutta rossa (perlopiù fragole e lamponi). Infine, nei vitigni dedicati al Gewürztraminer il naso si inebria di profumi associati alle spezie, alla frutta esotica e alle erbe aromatiche.

I vitigni semi-aromatici

Pur avendo degli odori riconoscibili, le uve che crescono nei vitigni semi-aromatici sono meno intense rispetto alle loro “sorelle” aromatiche. Questa differenza, evidente già assaggiando gli acini, diventa ancora più spiccata quando si provano i vini legati ai vitigni semi-aromatici, contenenti pochi profumi primari. In questa seconda categoria rientrano vari vitigni internazionali. Tra quelli a bacca bianca è possibile elencare Chardonnay, Sauvignon Blanc, Riesling e Müller-Thurgau, mentre tra quelli a bacca nera ci sono Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Tra i vitigni italiani, invece, c’è Glera, le cui uve sono alla base dei vini Prosecco.

La maggior parte dei vitigni internazionali deve la propria fama proprio alla capacità di adattarsi a terroir diversi e ad acquisire tratti aromatici diversi in base alle aree di coltivazione.

Chardonnay – Foto di pubblico dominio

I vitigni neutri

Le uve che crescono nei vitigni neutri sono caratterizzate da aromi primari talmente poco intensi da non risultare immediatamente riconoscibili. È quindi pressoché impossibile associare loro dei sentori che caratterizzato i vini prodotti utilizzandole. L’aromatica è quindi dettata esclusivamente dalla zona in cui si trova il vitigno, dalle condizioni pedoclimatiche e dalle scelte di vinificazione del produttore.

L’elenco dei vitigni neutri è vastissimo e include Sangiovese, Nebbiolo, Barbera, Aglianico, Lambrusco, Vermentino e Trebbiano.

Alessandro Bolzani

Cresciuto a pane e libri, nutro da sempre una profonda passione per la scrittura e il mondo dei media. Dal 2018 sono redattore (o copywriter, come dicono quelli bravi) per alcuni grandi editori italiani occupandomi principalmente di salute e benessere, scienze e tecnologia. Nel 2019 ho debuttato come autore con il romanzo urban fantasy "I guardiani dei parchi", edito da Genesis Publishing

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