Il vino biologico è un prodotto che va di pari passo con l’agricoltura biologica, la quale si basa sulla valorizzazione delle risorse, sul rispetto dell’ambiente e sulla salute del consumatore. Non si tratta però solo di una filosofia o di una teoria ma di regole concrete e limiti che il produttore di vini deve rispettare per poter vendere un prodotto definibile e certificabile come biologico.
Rispettando le norme stabilite dai regolamenti vigenti, nel caso dell’Italia quello europeo, ogni produttore biologico certificato può comunque seguire la propria ‘ispirazione’ e il proprio stile di produzione, utilizzando le pratiche agronomiche ed enologiche più rispondenti al proprio concetto personale di agricoltura sostenibile.
Un vino si può definire biologico quando proviene da uve 100% biologiche coltivate senza l’utilizzo di agenti chimici di sintesi in vigna (concimi, diserbanti, anticrittogamici, insetticidi, pesticidi in genere), quando la vinificazione in cantina è avvenuta grazie all’utilizzo di prodotti enologici certificati biologici e quando contiene un quantitativo limitato di solfiti.
La definizione ufficiale di vino biologico è in vigore a livello europeo dal 2012 quando è entrato in vigore il regolamento CE 203/2012 che sancisce che si possa parlare di vino biologico, e non più solo di vino ‘proveniente da uve biologiche’, grazie alla possibilità di certificare come biologico l’intero processo di vinificazione e di trasformazione delle uve. Il vino biologico certificato riporta sulla propria etichetta il logo europeo, marchio di garanzia che indica che il prodotto è stato realizzato in modo biologico.
Per essere in regola con le norme, i produttori accettano una serie di restrizioni nell’utilizzo di determinate pratiche enologiche e nell’impiego di sostanze coadiuvanti durante la vinificazione. Si possono infatti usare circa la metà dei coadiuvanti che invece può utilizzare un produttore convenzionale.
Il quantitativo di anidride solforosa può essere per i vini biologici rossi secchi al massimo 100 mg/l mentre per i bianchi secchi può essere al massimo di 150 mg/l.
Per la fertilizzazione dei terreni vengono impiegati concimi organici e per la difesa delle coltivazioni da parassiti si agisce preventivamente rinforzando le piante con concimazioni equilibrate e con trattamenti antiparassitari di origine naturale oppure impiegando organismi viventi antagonisti dei parassiti.
Il processo di vinificazione deve rispettare le modalità approvate dallo Scof, Standing Committee on Organic Farming, il Comitato permanente per l’agricoltura biologica. Inoltre l’azienda vitivinicola deve munirsi di una certificazione di conformità da parte di un ente certificatore riconosciuto.
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