Il vino

Il vitigno Inzolia, storia e caratteristiche

Il vitigno Inzolia ha una presenza di doppia rilevanza nel contesto enografico italiano, con una focalizzazione da una parte in Toscana, dove ha mantenuto l’antico nome di origine normanna Ansonica.

Dall’altra in Sicilia, dove fin dall’epoca dei Romani – Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia riporta un’uva chiamata Irsolia) è citato con il nome Inzolia, e dove è presente anche un vitigno omonimo a bacca nera, l’Inzolia nera.

L’origine del vitigno Inzolia

Sull’origine del vitigno Inzolia esistono due ipotesi: la prima sostiene un’origine greca, giunto in Sicilia nel corso della colonizzazione tra il VIII e il V secolo a.C.

Immagine | Pixabay @Hans

A sostegno di tale ipotesi ci sono alcuni studi genetici che evidenziano una parentela dell’Inzolia con i vitigni Rhoditis Sideritis, diffusi rispettivamente a Rodi e a Patrasso.

Altri invece, forti dell’etimologia del nome, sostengono che il vitigno sia originario della Francia, in particolare della Normandia, portato sull’Isola nel corso dell’occupazione della Sicilia da parte dei Normanni, attorno all’XI secolo.

La prima, probabile, testimonianza scritta del vitigno risale alla “Naturalis Historia” di Plinio Il Vecchio, pubblicata tra il 77 e il 78 d.C., dove si parla del vitigno ““Irziola”, da molti ricondotto proprio all’attuale Inzolia.

Nel corso dell’Ottocento entra a far parte dell’uvaggio utilizzato per la produzione del Marsala, grazie alla scarsa acidità e al suo peculiare contributo aromatico. Anche per questo, per molto tempo, è stato utilizzato soprattutto come vino da taglio.

La sua vinificazione in purezza risale alla seconda metà del XX secolo, grazie all’impegno e alla lungimiranza di molti viticoltori siciliani. Tutt’ora l’Inzolia è un vitigno in costante affermazione, sempre più apprezzato per le sue doti di freschezza e piacevolezza.

Caratteristiche del vitigno e che vini si ricavano

Il vitigno Inzolia si caratterizza per ottimo vigore produttività costante e abbondante.  Il vitigno germoglia piuttosto tardivamente e ha maturazione medio-tardiva, collocabile nella seconda metà di settembre.

Foto | unsplash @christineisakzhanovs

L’acino è giallo dorato e di dimensioni medio-grandi, ha forma regolare e buccia spessa e intensamente pruinosa. La sua uva si caratterizza per un notevole contenuto zuccherino e scarsa acidità.

Infine, il vitigno presenta una buona resistenza ai comuni parassiti, mentre è sensibile alla peronospora e all’oidio. É, invece, molto resistente al caldo e alle alte temperature – non a caso il terroir siciliano è il suo prediletto -.

Il vitigno Inzolia si presta alla produzione di diverse tipologie di vini bianchivino bianco fermo secco, nettamente il più diffuso, vino spumantevino passito e vino da vendemmia tardiva, anche grazie al notevole (e naturale) apporto zuccherino delle sue uve.

Il vino bianco prodotto dalle uve Inzolia, nella sua versione secca e ferma, è di colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, al naso ampio, ricco molto delicato con note agrumate, di frutta tropicale e di frutta bianca che coesistono con sensazioni floreali ed erbaceenote balsamiche.

Presenta delle nuances di mandorle e/o nocciola tostata e/o vaniglia, mentre al palato è sapido e minerale, con sensazioni saline, tipiche dei vini ricavati da uve coltivate in terreni nei pressi del mare, scarsamente acido, con un’ottima morbidezza e media struttura.

L’Inzolia, nella classica versione bianca/ferma/secca, è un vino ideale per un aperitivo di mare. Va a nozze con crostacei e molluschi. Ottimo anche con i formaggi freschi.

Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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