Il vino

C’è un motivo se le bottiglie di vino hanno il fondo curvo: ecco quale

Vi siete mai domandati il motivo per cui la parte inferiore delle bottiglie di vino presenta una curvatura? Spesso si suppone che tale design curvo sia pensato per permettere di versare il vino nel modo in cui lo si fa nei ristoranti, con il pollice inserito nell’incavo. Tuttavia, questo è più un effetto che un motivo dell’invenzione. Quindi, qual è l’effettiva ragione? In realtà, non vi è una risposta univoca.

Le specifiche di una bottiglia di vino sono molteplici

Un contenitore di vino in vetro può variare in termini di forma e densità. Quello che è indiscutibile è che ogni dettaglio è attentamente considerato. Il vino può invecchiare nella bottiglia per molti anni. Proprio per questa ragione ci sono prescrizioni specifiche che le bottiglie devono seguire. Il decreto del 13 agosto 2012 stabilisce tipi, capacità, materiali e colori delle bottiglie utilizzate nell’industria vinicola, oltre all’utilizzo di altre componenti, come il tappo della bottiglia.

Come mai non esiste una bottiglia di vino di tonalità gialla?

Le bottiglie che contengono vino rosso sono fabbricate in vetro verde o marrone, questa scelta non è casuale ma serve a difendere la bevanda dall’esposizione prolungata ai raggi ultravioletti, preservandone il colore originale. Nemmeno il fondo concavo delle bottiglie è un dettaglio trascurabile. Dunque, nulla è lasciato al caso, anche nel caso delle bottiglie di vetro verde.

La base concava delle bottiglie: perché è stata realizzata così

L’origine della base concava delle bottiglie di vetro risale a tempi molto antichi, quando erano prodotte con vetro soffiato. Attraverso questo metodo, l’artigiano insufflava aria all’interno di una grande goccia di vetro, gonfiandola come un palloncino, creando così uno spazio vuoto interno.

Questa pratica era all’origine dei contenitori di vetro più comuni. Nel processo di soffiatura del vetro, l’artigiano soffiava dal collo della bottiglia, mentre l’estremità opposta diventa la base della bottiglia. Creare una base piatta era difficile persino per le macchine industriali, immaginiamoci per gli artigiani. Pertanto, la base della bottiglia poteva essere caratterizzata da una superficie lievemente arrotondata e irregolare, rendendo difficile l’equilibrio stabile del contenitore su una superficie.

Da qui la necessità di generare una forma concava alla base della bottiglia, spingendo la parte finale all’interno della stessa. Ritraendo l’estremità inferiore della bottiglia incrementa la stabilità, riducendo l’area di contatto con la superficie di appoggio, evitando così il rischio di cadute accidentali. Questo principio di minimizzare le aree di contatto si applica anche alle bottiglie di plastica, la cui base è progettata per toccare la superficie di appoggio solo in certi punti e non lungo tutta l’estensione.

Ancora oggi, le bottiglie di vino mantengono la loro forma tradizionale con un fondo curvato, nonostante la produzione non sia più manuale ma meccanizzata. Questa decisione non riguarda solo l’equilibrio, ma ha anche ulteriori vantaggi. Il motivo principale è che il design a base concava facilita il raggruppamento dei depositi di vino che potrebbero formarsi in una zona specifica, prevenendo la loro dispersione nel bicchiere durante la versatura del vino.

Quando il vino viene prodotto, la formazione di depositi avviene in modo totalmente naturale. Questi consistono in cellule di lievito morto, frammenti di bucce d’uva e altre particelle che emergono dopo la fermentazione. Anche se il sedimento non è dannoso, non è gradevole trovarlo nel nostro bicchiere. Pertanto, grazie alla forma specifica della bottiglia con una base concava, i depositi di vino tendono a depositarsi attorno alla fossetta, invece di risalire verso l’alto.

Foto | Diana Vyshniakova @Canva – vinamundi.it

Il fondo più curvo ce l’ha solo una bottiglia

Basandosi sulla forma del fondo delle bottiglie per vari tipi di vino, la bottiglia dello Champagne si distingue per il fondo più curvo. Mentre i sedimenti nei vini rossi sono abitualmente depositati nella parte inferiore, nel caso dei vini spumanti, i residui sono spesso trovati in alto, vicino al collo della bottiglia.

Il motivo di questa curvatura insolita nel fondo della bottiglia di Champagne è che aiuta a sopportare l’elevata pressione interna generata dalle bollicine. Un fondo cavo trattiene meglio i gas, permettendo una migliore dispersione su una superficie più ampia, inclusi gli spazi sul fondo. Un vantaggio addizionale di aver un fondo cavo è che le bottiglie si raffreddano più rapidamente. Il contatto maggiore tra il fondo curvato e il ghiaccio, rispetto a una bottiglia con il fondo piatto, permette un raffreddamento più rapido. Anche il servizio del vino è facilitato dal fondo cavo, in quanto si può infilare il pollice nell’incavo e gestire la bottiglia con il minimo contatto, mantenendo la bevanda fredda durante il servizio. Un fatto curioso legato alla forma del fondo delle bottiglie di vino riguarda lo zar russo Alessandro II, che temeva che qualcuno potesse nascondere un’arma segreta nella parte concava delle bottiglie e perciò preferiva quelle con il fondo piatto e trasparente.

Formati e forme delle bottiglie di vino

Avete mai osservato la peculiarità dei nomi attribuiti a diverse bottiglie di vino? Potreste non sapere che c’è una vasta gamma di nomi che identificano bottiglie di varie dimensioni e capacità, spesso molto evocativi e che richiamano affascinanti universi. Prendiamo ad esempio Magnum. Anche se non si è veri intenditori, il nome offre un indizio abbastanza chiaro del suo significato e a cosa si riferisca nel contesto delle bottiglie. Si riferisce alla bottiglia da 1,5 litri, frequentemente adoperata per spumanti o champagne, o per vini di particolare pregio.

La presenza costante del vino nella storia e nella letteratura fin dai tempi antichi, dalla Bibbia passando per i poeti dell’antica Grecia e giungendo al mondo romano, da si che moltissimi nomi prendano spunto proprio da ciò:

  • Piccolo (0,1875 litri),
  • Chopin (0,25 litri),
  • Demi (0,375 litri),
  • Standard (0,750 litri),
  • Magnum (1,5 litri),
  • Jéroboam (3 litri),
  • Réhoboam (4,5 litri),
  • Mathusalem (6 litri),
  • Balthazar (12 litri),
  • Nabuchodonosor (15 litri),
  • Salomon (18 litri),
  • Primat (27 litri),
  • Melchizedéc (30 litri).

Perchè nomi diversi a bottiglie diverse

La pratica di nominare bottiglie di vino in modi speciali risale alla metà del 19esimo secolo. È stato notato che i commercianti di champagne vedevano una domanda maggiore per i vini confezionati in recipienti non standard durante festività o celebrazioni speciali, così hanno deciso di dare a questi vini nomi unici per renderli più memorabili.

Un esempio è la bottiglia Jeroboam, che è simile alla bottiglia di champagne tipica, con una capacità di 3 litri, comune da vedere nelle mani dei vincitori nei campionati di Formula 1 e MotoGP. Il nome fa riferimento a Geroboamo, il primo re di Israele, che regnò dal 930 al 909 a.C. Mentre per quanto riguarda la scelta di una bottiglia da 3 litri, non abbiamo certezze, l’unico collegamento potrebbe essere i “peccati di Geroboamo” menzionati nella Bibbia.

Un altro esempio è la bottiglia Mathusalem che può contenere fino a 6 litri e pesa circa 10 kg. Probabilmente per questo motivo, il nome fa riferimento a Matusalemme, un patriarca biblico che si ritiene sia l’uomo che ha vissuto più a lungo, dal 3073 a.C. al 2104 a.C.

Anche la Balthazar, contenente una generosa quantità di 12 litri di vino, richiede un certo impegno. Questa bottiglia prende il nome dal famoso re e guerriero babilonese Balthazar, conosciuto per le fastose feste che celebrava con i suoi soldati dopo ogni vittoria.

Un altro formato che suscita stupore è la Nabuchodonosor, capace di contenere i contenuti di 20 bottiglie “standard” (di 0,75 litro ciascuna), per un totale di 15 litri. Questa prende il nome da un altro grande re babilonese, Nabuchodonosor, che è noto per aver costruito i giardini sospesi di Babilonia, una delle sette meraviglie del mondo antico.

Altri formati meno conosciuti e meno utilizzati sono Salomon (un altro re di Israele) che tiene 18 litri, e Primat, che tradotto dal latino significa “di prima classe”, e può contenere 27 litri.

Tuttavia, il record appartiene alla Melchizédec, che trova posto per ben 30 litri, pesando 50 kg, equivalenti a 280 calici. Questo nome farebbe riferimento ad un personaggio biblico enigmatico, non completamente identificato (secondo interpretazioni ebraiche potrebbe trattarsi di Shem, figlio di Noè), anche se alcuni lo chiamano Midas, come il noto re che aveva il dono di trasformare in oro tutto ciò che toccava.

Questi formati insoliti e unici, di cui ne abbiamo menzionati solo alcuni, soddisfano evidentemente sia esigenze commerciali che estetiche.

Ma dal punto di vista esclusivamente funzionale, per salvaguardare l’integrità del vino e le sue importanti proprietà di sapore e odore, è preferibile utilizzare un contenitore di dimensioni ridotte piuttosto che ampie per minimizzare l’ossidazione possibile; inoltre, dovrebbe essere fatto di vetro, una materia che offre igiene e opportunità di riciclo; se possibile, dovrebbe essere di un colore scuro e protetto da fonti dirette di luce e calore.

Dalma Bonaiti

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