In montagna ad alta quota, nell’acqua del mare o persino in botti di marmo, sono questi alcuni dei luoghi più strani in cui viene affinato il vino. I produttori sono sempre alla ricerca di nuove tecniche da sperimentare per rendere unico il proprio prodotto.
È Fuori Marmo, Cabernet Sauvignon prodotto dalla cantina Fuori Mondo di Campiglia Marittima (Livorno), di proprietà di Olivier Paul-Morandin. Questo vino è invecchiato nel marmo estratto dalla cave del monte Altissimo, a Seravezza, sulle Alpi Apuane. Fuori Marmo è stato presentato a Parigi, al ristorante tre stelle Michelin Ledoyen dello chef Yannick Allenò. Nel 2009 Morandini scopre la Toscana e un podere a Campiglia marittima, cominciando a fare vino con l’idea della freschezza e della verticalità. Su questa idea Allenò lanciò l’idea di affinare il vino in marmo. Si comincia a pensare al progetto e dopo cinque mesi di lavori nascono le prime botti-anfore di marmo. Sono costate 100.000 euro l’una. Dopo due anni di affinamento le prime bottiglie sono pronte. Circa 1000 con 120 magnum e 80 doppie magnum. Le bordolesi classiche costeranno 1000 euro l’una.
Per la prima volta in val Camonica, nel parco dell’Adamello, si è provato ad affinare il vino all’interno di un igloo, realizzato dall’artista Ivan Mariotti, situato a 2000 metri di altezza. All’iniziativa hanno partecipato la cantina Bignotti, con i suoi vini rossi Igt e i suoi spumanti Supremo e Brut metodo classico, e il Consorzio vini di Valcamonica, formato da 12 cantine, con circa 30 vini bianchi, rossi e passiti. A portate a provare questa insolita tecnica di affinamento non è stata solo la volontà di realizzare un prodotto unico. L’iniziativa, infatti, è stata supportata dall’Università della montagna, con sede a Edolo. Questa avventura ha avuto lo scopo di indagare e capire come il clima freddo di alta quota possa incidere sull’affinamento dei vini. Allo scopo sono previste alcune analisi chimico, fisiche e organolettiche sui vini. Sia quelli affinati a valle sia quelli in alta quota.
Non solo montagna, c’è che il vino lo affina in mare, a 60 metri di profondità. È questo il caso dello spumante Abissi, prodotto a Portofino dalla cantina Bisson. Questo spumante viene immerso per un periodo di 18 mesi all’interno di gabbie di acciaio, a una temperatura costante di 15°C. Un prodotto unico, frutto della creatività e del progetto ideato alla fine degli anni ’90 da Piero Lugano. Una tecnica basata su profondi e comprovati concetti scientifici e realizzata per la prima volta al mondo. A 60 metri di profondità l’ambiente è perfetto, spiega il sito della cantina Bisson. Quindici gradi di temperatura, penombra e correnti cullano le bottiglie, tenendo in agitazione i sedimenti che vanno ad arricchire lo spumante di profumi e struttura. Queste bottiglie sono uniche ed esclusive perché ognuna custodisce la memoria e la storia che il mare le ha impresso.
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